venerdì 17 agosto 2012

Assange rifugiato politico in Ecuador. Gelo di Usa e Gb



Ci sono seri motivi per ritenere Julian Assange vittima di una rappresaglia per quanto ha divulgato ed è certo che in caso di estradizione in Svezia finirebbe negli Usa a Guantanamo con rischi per la vita». Questo è la motivazione del Ministro degli Esteri ecuadoriano Ricardo Patino che ha accordato al fondatore di Wikileaks lo status di rifugiato politico.

Nervi tesi, dunque, fra la Gran Bretagna che aveva arrestato Julian Assange e garantito la sua estradizione in Svezia dove dovrebbe subire un processo per una presunta violenza sessuale e l’Ecuador, ma soprattutto fra il paese sudamericano e gli Usa con cui le relazioni diplomatiche si ruppero già nell’aprile del 2011 quando Correa espulse l’ambasciatore statunitense Heather Hodges proprio dopo essere venuto a conoscenza di cable in cui si citava il presidente ecuadoriano al centro di episodi di corruzione verso la polizia.

Già nel novembre del 2010 l’allora ministro degli Esteri Kintto Lucas offrì un permesso di soggiorno al giornalista australiano in cambio di tutti i file in suo possesso sull’Ecuador appartenenti all’Ambasciata americana e Rafael Correa prese in considerazione l’ipotesi di un salvacondotto speciale al fine di evitare l’estradizione in Svezia per reati sessuali che lui ha sempre negato e soprattutto per impedire quella che tutti considerano una scontata successiva estradizione negli Usa.

Da parte sua la Gran Bretagna per mezzo del portavoce del Foreign Office ha dichiarato che nulla cambierà e che in ogni caso Assange sarà assicurato alla giustizia. Nei giorni scorsi l’Ecuador ha denunciato una minaccia di ingresso nella sede diplomatica da parte di Scotland Yard ed il governo di Cameron ha confermato che una legge del 1987 permetterebbe tale ingresso e l’arresto di persone sotto controllo giudiziario, fuggite illegalmente e senza rilascio di passaporto britannico.

È molto facile però che si concretizzi molto più semplicemente il richiamo reciproco degli ambasciatori o addirittura la misura più drastica della revoca dello status diplomatico ai funzionari dell’Ambasciata di Quito a Londra, ma il braccio di ferro ora si sposta verso gli organismi internazionali: l’Ue verso cui hanno intenzione di fare pressione Gran Bretagna e Svezia e l’Organizzazione degli Stati Americani che oggi potrebbe votare una risoluzione comune contro le minacce britanniche ma di cui fanno parte anche gli Usa, assolutamente contrari con i loro alleati.

A Washington, in piena campagna elettorale per le presidenziali di novembre, la vicenda del giornalista australiano rischia di trasformarsi in un boomerang per il presidente Obama che sa bene quanti  sostenitori di Julian Assange, che prese di mira soprattutto l’ex amministrazione repubblicana di Bush, ci siano anche fra i suoi elettori. 


CRONOLOGIA DELLA VICENDA DI JULIAN ASSANGE

2010 
18 novembre: la Svezia emette un mandato d'arresto contro Julian Assange, sotto inchiesta per presunto stupro e violenza sessuale di due donne.  
28 e 29 novembre: la stampa mondiale ha cominciato a pubblicare una parte dei 250.000 dispacci diplomatici americani rivelati da Wikileaks. Gli Usa parlano di reato grave e minacciano di citare in giudizio Assange.  
16 dicembre Assange viene arrestato a Londra. L'Alta Corte di Londra gli concede la libertà sulla parola sotto stretto controllo giudiziario nel palazzo di uno dei suoi amici nel nord-est dell'Inghilterra. 
2011 
12 gennaio: Il difensore di Assange avverte che c’è il serio rischio che, una volta estradato in Svezia, il fondatore di Wikileaks potrebbe essere trasferito negli Usa, a Guantanamo e, forse, «braccio della morte».
24 febbraio: La giustizia britannica convalida la richiesta di estradizione.
2012 
27 febbraio: WikiLeaks inizia la pubblicazione di più di cinque milioni di email sulle informazioni sulla società privata statunitense di analisi strategica Stratfor. 
17 aprile: Julian Assange lancia il canale TV in partnership con la russa stato RT. La sua prima intervista è al capo del movimento sciita libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah. 
30 maggio: La Corte Suprema respinge l’appello nel mese di novembre ed autorizzata l'estradizione di Assange. 
14 giugno: La Corte Suprema respinge la richiesta di revisione del ricorso Assange. 
19 giugno: Assange si rifugia presso l'Ambasciata dell'Ecuador a Londra e chiede asilo politico. 
24 luglio: L’ex giudice spagnolo Baltasar Garzon ha accettato di guidare il team di difesa di Julian Assange e WikiLeaks. 
25 luglio: Ecuador annuncia che risponderà alla richiesta di asilo politico dopo le Olimpiadi di Londra. 

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